Pubblichiamo un'esclusiva intervista al professor Christian Petersen Orloff, zombologo di fama mondiale e docente presso l'Università di Cana, in Galilea.
Professor Orloff, è pronto a rivelare ai lettori di Zombiadi la verità sul fenomeno degli zombi?
Se da antropologo, archeologo e scienziato di fama internazionale dovessi trattare il tema seguendo la deontologia professionale vi priverei di importanti notizie e informazioni che gli studiosi "ufficiali" non accettano. Si sa che la storia è sempre, o quasi, scritta dai vincitori ma stavolta affronterò con voi il tema a tutto campo senza evitare le "fratture" storiche sulle quali molti studiosi sono scettici o non vogliono esprimersi.
Partiamo dal principio: quando si è avuta notizia del primo caso di zombi al mondo?
La realtà è sempre indubbia: gli zombi esistono sin dall'alba dell'umanità. Spesso la loro esistenza non veniva pubblicamente manifestata o diffusa (specie nelle tribù equatoriali dove si parlava di cannibalismo). In altri casi, come in Egitto, ad esempio la mummificazione serviva esclusivamente a tener immobili eventuali morti che si sarebbero potuti risvegliare. Gli antichi Greci eran soliti bruciare i corpi dei defunti come avviene ancora oggi in molte parti del mondo dove le religioni sono le più ataviche per evitare "le solite brutte sorprese".
Lo "zombi" esattamente cos'è?
Partiamo dalle basi. Lo zombie, o non morto, morto che cammmina, azzannatore etc. è semplicemente un essere umano che ha pienamente esaurito le sue forze vitali ed ha sistematicamente iniziato la distruzione di ogni singola cellula di ciascun organo. Avviene, in alcuni casi che specificheremo prossimamente, che il cervello si riattivi con impulsi basilari, essendo l'organo che comanda tutto il resto del corpo, e che si abbia una simulazione di vita. Lo zombie compie movimenti, azioni eccetera ma tutto ciò è relativo allo stato della riattivazione degli impulsi cerebrali. Le sue azioni nei millenni sono variate a cause di elementi esterni di cui vi parlerò in seguito ma la cosa sempre costante è la ricerca e la volontà di raggiungere coloro che sono ancora vivi. Questa è sempre stata la necessità del non morto.
Professor Orloff, da dove proviene la parola zombi?
Noi, oggi, li chiamiamo comunemente Zombi ma questo è un termine relativamente moderno. L'etimologia della parola è la seguente: zombi (non zombie, come gli ignoranti continuano a scrivere per sentirsi fighi) è una parola creola, di origine haitiana quindi. Per essere più precisi in creolo haitiano la parola è zonbi, con la n di notte, come La notte dei morti viventi di George A. Romero (ride, ndr.).
Sono in molti a ritenere molto vicina alla realtà la descrizione di zombi fatta da William Seabrook nel libro The Magic Island, le cui parole, con cui racconta in maniera dettagliata il suo primo incontro con un "non morto", sono le seguenti: "Gli occhi erano il peggio. Non era la mia immaginazione. In verità erano come gli occhi di un morto, fissi, sfocati, incapaci di vedere. L'intero volto, per quel che importa, era già messo abbastanza male. Era assente, come se non ci fosse niente dietro. Sembrava non solo senza espressione, ma incapace di averne una." Qual è la sua opinione in merito?
Guardi, è meglio che io non mi esprima a riguardo. Ho avuto molti contrasti con i sostenitori del signor Seabrook (storce la bocca, ndr.). Posso soltanto dirle che, come riconosciuto anche dalla comunità scientifica, i miei libri sono basati su studi clinici, esperimenti, analisi, documenti, non su fantasie, e nel mondo sono quelli più letti. Ci sono persone che sul tema zombi scherzano, prendendolo come una burla di qualche buontempone, ma ciò che conta è che nella realtà l'uomo sin dalla sua alba ha sempre avuto a che fare con la non vita. Del resto questo, se osservate bene, lo vedete voi stessi ogni giorno.
Cosa vuol dire, professor Orloff?
Ne parlerò a breve in occasione della mia partecipazione ad un evento sugli zombi. Sarò presente alle Zombiadi 2016, il 2 e 3 luglio a Borgo a Buggiano in Toscana. Si tratta di una manifestazione goliardica con una zombierun, una zombiwalk, giochi e intrattenimento tutto a tema zombie... un ottimo modo per esorcizzare la morte e il successivo risveglio da non morti che, ormai, è provato scientificamente. Il 2 luglio sera però si aprirà anche un dibattito serio al quale parteciperò personalmente come esperto della materia e ci sarà l'opportunità, da parte del pubblico, di rivolgermi anche qualche domanda.
Fantastico, lei è molto riservato e non si presenta quasi mai in pubblico se non per rare interviste con i media. Alle Zombiadi il pubblico potrà addirittura "intervistarla"!
Le dirò di più: forse porterò un paio dei miei esemplari migliori, alcuni zombi che tengo in vita per i miei studi ed esperimenti!
(Esclusiva Zombiadi, 8 giugno 2016)